|
NEL BOSCO INCANTATO DI GIARROSSA …… Passeggiando per il bosco di Giarrossa mi è capitata davvero una strana avventura, state ad ascoltare. Camminando per il sentiero ho visto una piccola e strana creatura, era un’elfa, proprio come quella che ho visto sul mio libro . L’ho seguita, quando si è fermata, ho visto un piccolo villaggio nascosto tra gli alberi dove c’erano elfi in quantità. Alcuni giocavano, altri discutevano, non stavano fermi un minuto. Non credevo ai miei occhi; non sembrava possibile,tutto questo accadeva proprio a me. Intanto era calata la notte e solo in quel momento mi ero resa conto di essermi persa. Avevo paura, però ho visto una piccola lucina che proveniva da dietro ad un albero; era uno gnomo che portava in mano una lanterna. Aveva un viso simpatico, e un dolce sorriso. Io all’inizio non riuscivo a capire la sua lingua, ma dopo capii che voleva aiutarmi e, soprattutto che voleva essere mio amico. Camminammo per un po’, lui mi raccontò della sua fantastica vita insieme agli animali del bosco che gli erano stati affidati. “ Oh, com’è bello! “ esclamai, io, ad un tratto. Infatti , vidi un posto fatato, immerso in una strana polvere brillante. Mi girai e il mio amico gnomo era sparito, e in quello stesso momento si erano avvicinate delle fatine luminose con delle ali stupende. Una di loro mi fece strada, entrai nel loro mondo incantato e mi mise a ballare e cantare con loro. Il mattino seguente mi sono risvegliata in un letto argentato, sul piccolo comodino, una tazzina con del succo di more e un bigliettino nel quale c’era scritto:” Torna presto a trovarci “. Ho deciso di riprendere il mio cammino e indovinate chi trovo sulla mia strada? Sì proprio lei Cummara volpe che mi ha raccontato la sua storia con cummara addina. Dopo aver tanto riso per le sue peripezie, le ho chiesto se volesse accompagnarmi fuori dal bosco. Alla fine di questa magnifica avventura ho deciso di tornare nel bosco incantato di Giarrossa, vietato agli adulti, per incontrare di nuovo i miei piccoli grandi amici.
Qualche tempo fa, in una giornata afosa, ho deciso di fare una passeggiata nel bosco di Giarrossa. Improvvisamente ho sentito un dolce suono e senza pensarci l’ho seguito. Dietro alla grande quercia il suono si faceva sempre più forte. Ho deciso di andare a curiosare. Meraviglia delle meraviglie, c’era un piccolo villaggio con tante casette a forma di funghi, vicino a questo una fontana di pietre preziose, intorno alla quale suonavano, cantavano e danzavano delle piccole creature fantastiche……elfi, gnomi, folletti e fatine.La loro festa è interrotta, improvvisamente, da un forte rumore simile ad una sirena. Le piccole creature corrono di qua e di là, in preda al panico. Erano in pericolo, perché si stava avvicinando un orco cattivo. Volevo aiutarli, ma non sapevo proprio cosa fare. Ad un tratto ecco che appare nel cielo una fata celeste con in mano una bacchetta magica, che fa apparire sul villaggio una sfera di cristallo. L’orco non riesce a romperla e se ne va imprecando arrabbiato. Quando tutto è tranquillo la sfera scompare e la fata celeste mi viene vicino. Lei mi racconta che quell’orco cerca di mangiare le piccole creature da milioni di anni, ma non riuscirà mai in questa sua impresa finché ci sarà lei a proteggere il villaggio. A questo punto le chiedo se può indicarmi la strada del ritorno: << Farò di più>> mi dice << Salta sulle mie spalle e ti riporterò a casa volando>>. Chi sa perché quando ho raccontato questa storia nessuno mi ha creduta.Nel mio cuore, però, io so che è tutto vero e non dimenticherò mai la fata celeste che mi ha riportato a casa volando.
Nel bosco di Giarrossa
c’è una casa rossa
dove vive uno gnomo rosso
che una fata aveva trasformato in un pettirosso
Il suo dolce canto
incantava le fanciulle
che diventano belle
come le stelle.
Rosalba
Nel bosco incantato di Giarrossa
ho incontrato un folletto innamorato.
Innamorato di una fata
imprigionata nella torre stregata.
La matrigna l’aveva odiata
per la sua bellezza elevata.
IL folletto l’ha salvata e
un bel Dì l’ha sposata.
Antonella, Federica, Giovanni, Sonia, Annamaria, Francesca, Rosalba, Stefania, Loredana
Il mio bosco incantato
è come un cioccolato.
Un bel giorno l’orco l’ha mangiato.
È arrivata la fata Serenella,
bella come una stella e,
ha rimesso a posto il mio bosco di cioccolato.
L’orco è stato punito e,
trasformato in un albero fiorito
Sonia
Nel bosco incantato di Giarrossa
un dì mi son perduta.
Ho visto una fatina
in una graziosa stradina,
ricoperta di magica polverina.
Nel cielo del bellissimo bosco,
volavano
folletti, gnomi ed elfetti.
C’era anche un lupo solitario,
in compagnia di
un elfo statuario.
Tutti insieme han fatto il girotondo
intorno al mondo
Annamaria
Nel bosco incantato di Giarrossa,
volan le fatine,
danzan gli gnomini,
corrono gli elfini,
per la gioia dei bambini.
Federica
Nel bosco di Giarrossa ho visto spuntar da una casina una graziosa fatina, ho visto giocare sopra il tetto un verde folletto. Pensavo di sognare…e mi sono messa a ballare. LOREDANA
Nel bosco incantato di Giarrossa
vidi una fatina volare
in una stradina.
Aveva gli occhi celestino
il colore del suo mantellino.
Arrivò un canarino
che le cantò
una serenata fino al mattino.
Lei si addormentò,
finché arrivò
il principe che incantato
si innamorò.
ANTONELLA
Nel bosco incantato di Giarrossa vidi un folletto che ballava con uno strano animaletto,
sopra un tetto. Arrivò una fatina che trasormò l’animaletto in elfetto. La fatina, l’elfetto e il folletto si presero la mano e…. fecero un bel girotondo nel loro magico mondo. STEFANIA
IL RICCIO E IL LUPO Viveva in un bosco un riccio solo e molto triste. Ogni notte della sua vita sognava e sognava un amico che lo capiva e che avrebbe condiviso le sue idee, in parole povere sognava un amico perfetto.
Tale sogno le perseguitava ogni sera, per ben un anno. Uno splendido giorno incontrò un grosso drago che lo portò dal suo padrone. Arrivati ai piedi delle caverne dove viveva il padrone, vi entrarono dentro; li c'era un trono di pietra su cui c'era seduto il lupo. Il lupo ordinò al drago di lasciar libero il riccio che subito se ne andò! Il riccio, fatta un po’ di strada, si ricordò che non aveva ringraziato il lupo, quindi ritornò e lo ringraziò. Il lupo lo fece accomodare vicino a lui e iniziarono a parlare. Il riccio gli raccontò tutta la vita. Il lupo si accorse che era triste la sua vita. Il lupo capì il suo tormento e lo invitò a ricominciare li a vivere con lui. Quella prima volta il riccio finalmente non fece più quel sogno brutto. Il riccio e il lupo diventarono amici ed erano contenti di vivere insieme. Per molti giorni andava tutto bene ,ma un brutto giorno incontrarono un orco e furono presi dal panico. Il lupo disse di provare a scappare. Il lupo disse al riccio " monta sulla mia schiena!". Il lupo corse più che poteva ma l'orco lo colpì col suo lungo bastone. Il riccio per una magia che gli aveva dato una maga saltò sulla gobba del lupo e ferì e poi portò in salvo il lupo. Il lupo dopo qualche giorno guarì e tornò a giocare con il riccio. Ritornarono alla caverna, ma il drago era diventato malvagio. Il lupo cercò di convincerlo ad essere buono ma il drago non voleva saperne. Il lupo usò anche lui una magia e con un morso velenoso lo ammazzò. Così vissero felici e contenti per tanti anni.
LA PRINCIPESSA E IL CAVALIERE Tutto iniziò così: In un castello situato in un bosco nacque una principessa che venne chiamata Silibet aveva gli occhi celesti e i capelli gialli; non molto lontano dal castello, in una grotta dove viveva un gigantesco drago. Molto lontano in un altro paese viveva un cavaliere. Il drago si svegliò dal suo lungo sonno e si diresse verso il castello.
La principessa si spaventò e mandò un suo servo su un cavallo alato ad avvertire il cavaliere che era il suo amato. Il cavaliere subito partì verso il castello con lo stesso cavallo alato. Proprio in quel momento il drago aveva afferrato la principessa con le sue zampe. Il cavaliere prese la sua spada tagliente e lunga e la ficcò nel cuore del drago; il drago morì e la principessa chiese la mano del cavaliere e vissero per l'eternità felici e contenti.
GLI GNOMI E LA FATINA BUONA C'era una volta, su una montagna con vaste praterie, immensi campi di girasoli e torrenti di acqua cristallina, un villaggio di gnomi, situato sulla cima di una montagna; il villaggio non era molto esteso, le case degli gnomi erano a forma di fungo e di colore bianco e rosso con il tetto verde, che si confondeva con il colore dei prati e solo da vicino si potevano vedere le piccole, ma accoglienti abitazioni degli gnomi del villaggio. Un giorno, in questo splendido luogo le cose cambiarono. Al sorgere del sole i minuscoli abitanti furono svegliati da una nube fitta e puzzolente di fumo... sembrava nebbia. Uscirono tutti fuori dalle loro abitazioni e rimasero esterrefatti di fronte a ciò che apparve davanti ai loro occhi: un enorme e feroce drago a tre teste, con sei occhi, quattro ali, dieci paia di artigli molto affilati, che con una folata di fumo e fiamme bruciò una parte del villaggio e ferì la maggior parte degli gnomi; solo alcuni dei piccoli abitanti rimasero incolumi, tra cui lo gnomo anziano, che propose di recarsi a valle. Lì c'era un piccolo villaggio abitato dalle fate, che si trovava esattamente vicino ad una cascata: lo scorrere dell'acqua emetteva suoni melodiosi e bellissimi.... dovete sapere, infatti che le fate amano molto il regno dell'acqua, in particolar modo le cascate e i torrenti di montagna. in questo viveva una fatina buona, che più di tutte le altre odiava la prepotenza e sicuramente li avrebbe aiutati. Dopo un lungo, ma comodo, viaggio sulle ali dei loro amici falchetti, gli gnomi giunsero vicino alla cascata e immediatamente gli apparve dinanzi la fata Marta, che aveva i capelli color turchino, la carnagione bianca e indossava un abito color acqua e delle scarpette di cristallo in grado di sostenerla e farla volare durante i lunghi viaggi... ma la cosa più bella erano le sue ali: riflettevano i colori dell'arcobaleno, sempre presente accanto alla cascata..... Marta inorridì ascoltando la storia, e poiché, come abbiano già detto in precedenza, odiava ogni forma di prepotenza, decise di intervenire immediatamente. Insieme agli altri gnomi risalì lungo la montagna e appena arrivati in cima, trovarono rifugio su un albero. Il drago non li vide e continuò inosservato la sua attività, così la fatina poté colpirlo alle spalle con il suo incantesimo, che lo addormentò in un sonno eterno, togliendolo definitivamente di mezzo... l'unico problema era spostare l'enorme corpo del drago, ma anche in questo caso gli amici falchetti offrirono il loro aiuto. Così dopo essersi liberati del drago, gli gnomi portarono soccorso ai loro piccoli amici intrappolati, e da allora vivono ancora in tranquillità e armonia con tutti gli abitanti della vallata.... con un occhio di riguardo per le fatine.... naturalmente.
La fata birichina Una fatina di nome Elia era un po’ birichina. Quando si trovava nel paese degli esseri umani si divertiva a fare molti, ma molti dispetti e gli uomini si disperavano perché non sapevano cosa fare. Una volta gli sparivano gli occhiali, una volta le chiavi della macchina, una volta le posate ecc. Dall'altra parte del regno un folletto si divertiva ad ammirare tutto ciò che accadeva. Un bel giorno pensò che la fatina stesse proprio esagerando: non era giusto intrufolarsi nel regno degli esseri umani per rendergli la vita impossibile,e così decise di darle una punizione esemplare con una magia, ma, poiché il folletto era un po’ anzianotto, sbagliò la formula e le fece diventare ancora più birichina. Non sapendo proprio cosa fare, andò a raccontare tutto alla regina delle fate, la quale decise che, prima di fare un incantesimo per far diventare la fata buona e saggia, bisognava darle una lezione. Ogni fata, alla nascita riceveva un libro degli incantesimi dal quale non si doveva mai staccare, altrimenti avrebbe trascorso il resto della loro vita in un castello buio e circondato da leoni e coccodrilli. Così la regina delle fate pensò di sottrarle il libro di nascosto, facendole credere che lo aveva perso e così fece . La mattina dopo, la fata birichina, si alzò e non trovò più il libro: strillava e strepitava, ma il libro proprio non veniva fuori. Di lì a poco arrivò la regina che le annunciò di prepararsi a recarsi al castello per dare inizio alla sua nuova vita. Durante il percorso la fatina cercò in tutti i modi di convincere la regina a darle un'altra possibilità, ma quest'ultima era irremovibile.
Giunte al castello malefico, la fatina ormai si era rassegnata, e silenziosamente cominciò ad attraversare il ponte levatoio, ma a quel punto la sua regina le svelò il segreto… La fatina fu così sollevata che da quel giorno non fece più dispetti agli esseri umani, ma soltanto alle fate!!
|